Michał NawrockiFilosofo rinomato e neo-nominato studioso presso l’Istituto Centrale di Ricerca, Yang Rubin, si distingue per il suo approccio unico alla tecnologia. A differenza di molti suoi colleghi, Yang non utilizza computer o smartphone nel suo percorso accademico. Egli crede fermamente che fare affidamento sul cervello umano per il pensiero critico conduca a intuizioni più profonde.
Con competenze nel Neo-Confucianesimo, nella filosofia Daoista e nel pensiero mitologico, Yang ha costantemente messo in discussione i paradigmi tradizionali nella ricerca filosofica cinese. Il suo stile distintivo e le idee innovative lo hanno posizionato come figura di spicco nel settore.
Pur riconoscendo che senza i dispositivi moderni il suo processo di raccolta informazioni potrebbe essere più lento, Yang sottolinea l’importanza dell’coinvolgimento mentale rispetto alla comodità. In un’era di sovraccarico di informazioni, egli sottolinea la rilevanza dell’assorbimento selettivo e della comprensione approfondita, valorizzando la qualità rispetto alla quantità.
Yang afferma che l’essenza della creatività è intrecciata con i valori personali e le esperienze, affermando che gli aspetti umanistici del lavoro accademico non possono essere replicati dall’intelligenza artificiale. La sua vasta collezione di manufatti culturali, in gran parte donati al Museo dell’Università Nazionale di Taiwan, riflette la sua dedizione alla conservazione e allo studio del ricco patrimonio della regione.
Immergendosi nel mondo dell’antichità, Yang non solo soddisfa la sua passione, ma acquisisce anche una prospettiva unica sull’interconnessione delle culture dell’Asia orientale. Attraverso i suoi metodi non convenzionali e il suo impegno costante verso la conoscenza, Yang Rubin continua a ispirare una nuova generazione di studiosi.
L’approccio analogico alla ricerca accademica del rinomato studioso Yang Rubin ha suscitato un dibattito nell’era digitale, sollevando importanti questioni sul ruolo della tecnologia nei percorsi intellettuali.
